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Miseno, figlio del dio dei venti Eolo e amico di Ettore a Troia, segue Enea come pilota e trombettiere nel lungo viaggio attraverso il Mediterraneo, fino all’approdo alla costa campana vicino Baia. La sua musica quasi divina lo rende orgoglioso e superbo, tanto da sfidare le divinità in una gara musicale. Per punire la sua presunzione il dio Tritone lo scaglia in mare e Miseno affoga miseramente tra le onde. Enea, ritrovato il corpo del compagno sulla spiaggia, costruisce un sepolcro monumentale sul punto più alto della costa, che dall’eroe prende il nome (Eneide VI, 235-250). Capo Miseno (167 metri sul livello del mare) da terra ha l’aspetto di un enorme tumulo – da qui il mito del sepolcro – ed è il residuo di un cratere antico, in gran parte eroso dal mare, di tufo giallo. Poco oltre il paesino di Miseno,una strada in salita (1 chilometro e mezzo circa) si inerpica tra ville, masserie e ruderi romani e raggiunge il faro edificato nel XIX secolo sul sito di una torre di avvistamento cinquecentesca e più volte distrutto e ricostruito, fino alla struttura del secondo dopoguerra (1948). Da 79 metri di altezza offre una vista magnifica verso Procida, Ischia, Capri, la Penisola sorrentina, il Vesuvio e la collina di Posillipo. Un sentiero conduce alla vetta del promontorio, punta estrema del litorale flegreo, per altre vedute spettacolari che si susseguono lungo il perimetro piatto della cima. È l’atmosfera magica, senza tempo, del viaggio di Enea verso le profezie della Sibilla Cumana.
place
Sentiero di Capo Miseno, Faro, Miseno, Bacoli, Napoli, Campania, 80070, Italia - Bacoli