Il sito NapoliForMe utilizza solo cookies tecnici che consentono il corretto funzionamento della navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie utilizzati da questo sito consulta la
cookie policy.
Selezionando “Accetta” o proseguendo la navigazione accedendo a un qualunque elemento del sito, acconsenti all’uso dei cookie.
Ricerca non valida: non è stata inserita una chiave di ricerca
Del paesaggio da olivi e vigneti della collina vomerese restano poche tracce: un fondo rustico al confine della discesa del Petraio con frutteti, vigneti e aree a orto fino al XIX secolo proprietà della Certosa di San Martino e le aree verdi del complesso certosino (1368).Le terre coltivate dei certosini scendono dal punto più alto della collina fino alla città in una successione di terrazzamenti coltivati con un sistema articolato di terrazze e orti che dà forma ai giardini pensili della Certosa, estesi su una superficie di 7 ettari. Accesso privilegiato è negli appartamenti privati del priore, guida spirituale e culturale della comunità, con la scala ‘a calicò’ a due rampe, piccolo capolavoro barocco di curve sinuose (Cosimo Fanzago), che scende al giardino pensile del priore. È un hortus conclusus dedicato alle piante officinali, che rifornivano la farmacia certosina, e alla meditazione; il giardino successivo è ‘l’orto del priore’ su cui affaccia l’appartamento, decorato da un pergolato settecentesco; nei terrazzamenti inferiori sono le vigne certosine. Il percorso ha un viale principale, la passeggiata dei monaci, con piccoli prati, alberi e essenze botaniche, da cui raggiungere sentieri e terrazze, rafforzati da sostegni, ricchi di pergolati. Sul muro di sostegno che affianca il lungo viale principale sono indicate le quattordici stazioni della Via Crucis.I giardini pensili di San Martino – bene di interesse storico artistico dal 2010 – sono allestiti nella piena logica del giardino barocco per esaltare le vedute incomparabili e scenografiche sul mare e sulla città. Alla passeggiata panoramica si accede anche dalla terrazza della sala delle carrozze del Museo che ha sede in Certosa dal 1866.