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Chiamato anche Mare Morto per l’interramento progressivo, è una laguna costiera poco profonda che comunica con il porto di Miseno, congiunta al mare con un piccolo canale che attraversa la spiaggia di Miliscola. Occupa, come il porto di Miseno, il fondo di un cratere e in età imperiale diventa il bacino interno del Portus Miseni, la base operativa della flotta militare romana del Tirreno. La classis misenensis, trasferita nel 12 a.C. dal Portus Julius (realizzato nel 37 a.C. nel doppio bacino dei laghi d’Averno-Lucrino), dipende direttamente dall’imperatore e controlla tutto il Mediterraneo occidentale. Al tempo dell’imperatore Tiberio il Miseno è il porto delle temibili navi romane dotate di rostri. Ma il lago è anche la mitica Palude Stigia dominio di Caronte, il nocchiero infernale che accoglie le anime dei morti per traghettarle sulla sua barca fino all’oltretomba. Come racconta Virgilio (Eneide VI, 241-275), il lago deve il suo nome a Miseno, il trombettiere troiano araldo di Enea, morto nelle acque del mare dinanzi al lago e sepolto sul promontorio a lui dedicato.Il lago Miseno ha un’estesione di 46 ettari (60 se si considera anche la superficie delle sponde e dei tratti dunali) e costituisce un ecosistema di grande interesse ambientale da apprezzare in escursioni sul lago (in barca a vela, canoa o barca a remi), in passeggiate tranquille lungo le sponde tra il verde della vegetazione lacustre spontanea, esplorando i dintorni del lago in bicicletta, tra scorci panoramici suggestivi. Oppure si può raggiungere la spiaggia di Miliscola, collegata al lago a circa metà del percorso, per un tuffo nel mare azzurro del mito.