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Nel museo, ubicato in alcuni locali della chiesa nolana di San Paolino, sono conservati esempi di macchine da festa ed è ricostruita la storia dei Gigli, protagonisti famosi della festa patronale dedicata a San Paolino (vescovo di Nola nel IV secolo d.C.) che si svolge a Nola ogni anno, il 22 giugno o nella domenica successiva. I Gigli sono costruzioni altissime, anche di 25-30 metri, in legno e cartapesta costruite da maestri artigiani del luogo e che rappresentano soggetti storici, religiosi o di attualità.La festa dei Gigli, secondo la leggenda, celebra il ritorno in patria del vescovo Paolino, dopo aver riscattato della schiavitù i cittadini nolani prigionieri dai Visigoti di Alarico. La tradizione tramanda che il vescovo viene accolto dal popolo con dei fiori (i gigli) e scortato alla sede vescovile dalle corporazioni dei mestieri, rappresentate oggi dagli otto Gigli che ne riprendono il nome: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro, Sarto. A questi si aggiunge la macchina della Barca, che ricorda il mezzo su cui viaggia Paolino di ritorno dall’impresa. Durante la festa, i Gigli, pesantissimi, sono trasportati a spalla dai gruppi di uomini (le “paranze”) per le strade di Nola a ritmo di musica. I preparativi della festa durano tutto l’anno e iniziano la notte stessa in cui terminano i festeggiamenti precedenti, con l’assegnazione dei Gigli agli aspiranti comitati per l’anno successivo.Il museo conserva oltre seimila oggetti tra dischi, cassette, fotografie, spartiti, filmati relativi alla festa dei Gigli a partire dal 1928: una collezione che si è arricchita con donazioni e rarità, come la fototeca di Leonardo Avella (con una fotografia del 1887), la collezione Felice Natalizio costituita da 300 spartiti, documentari degli anni Venti del Novecento, istantanee dei Gigli in America. Un museo che custodisce e tramanda la memoria culturale e sociale del patrimonio folkloristico della comunità.