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Malgrado i Campi Flegrei siano abitati dalla preistoria in poi – testimonianze importanti dell’Età del Bronzo sono rintracciabili a Vivara – la regione raggiunge fama indiscussa in epoca romana. Per i Romani l’area flegrea offre terra fertile e ricchezza prodigiosa di acque termali, che la ‘nuova’ medicina ellenistica considera rimedio miracoloso per molti mali e dal I secolo a.C. ha inizio una predilezione inarrestabile, a partire dalla piccola insenatura di Baiae (Baia; da Baios, nocchiero di Ulisse morto in queste acque), parola che in tutte le lingue moderne indica “il golfo bellissimo” per eccellenza, e Bauli (Bacoli; dalle stalle che Ercole costruisce per ripararvi i buoi, boalia, trafugati in Spagna). Ville lussuose dell’aristocrazia romana e palazzi di imperatori sorgono le une accanto agli altri e incoraggiano lunghe soste a Baia, dove soggiornano con la corte imperiale Augusto, Tiberio, Claudio, Nerone, Domiziano, Adriano e dove Marco Aurelio e Antonino Pio possiedono dimore private; a Bacoli vive Agrippina, madre dell’imperatore Nerone e l’oratore Ortensio ha la sua villa, famosa per i vivai di murene. Le cupole colossali delle grandi terme costruite intorno alle sorgenti, riscoperte in età moderna e identificate come ‘templi’ dagli eruditi, provano l’importanza delle acque termali e insieme ai resti delle ville raccontano la passione degli antichi per i Campi Flegrei.Allestito nella splendida cornice paesaggistica e architettonica del castello aragonese di Baia, il Museo Archeologico dei Campi Flegrei espone statue, elementi architettonici e oggetti ritrovati a Baia, Miseno e Bacoli.