Il sito NapoliForMe utilizza solo cookies tecnici che consentono il corretto funzionamento della navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie utilizzati da questo sito consulta la
cookie policy.
Selezionando “Accetta” o proseguendo la navigazione accedendo a un qualunque elemento del sito, acconsenti all’uso dei cookie.
Ricerca non valida: non è stata inserita una chiave di ricerca
Nella religiosità popolare storia e leggenda si intrecciano nella figura di uno dei santi protettori più celebri di Napoli: san Gennaro. Il martire, tramandano le tradizioni del V e VI secolo d.C., è decapitato nel 305 al Forum Vulcani (la Solfatara) con i compagni Sossio, Festo, Desiderio, Procolo, Eutichete e Acuzie durante lapersecuzione dei cristiani al tempo dell’imperatore Diocleziano (284-305). In una piccola piazza ombreggiata da lecci (superato l’edificio dell’Accademia Aeronautica e poco prima del centro di Pozzuoli) è il santuario dedicato al Santo, costruito nel 1580 su un edificio più antico insieme al convento dei cappuccini, in ricordo del suo martirio. All’interno della chiesa sono custoditi il busto-ritratto in marmo (inizio XIV secolo) e la pietra che la fede indica come quella su cui Gennaro viene decapitato alla Solfatara, in origine parte dell’altare paleocristiano della basilica precedente (VI-VII secolo). Ancora segnata da tracce di sangue sbiadite, nel momento in cui nel Duomo di Napoli avviene lo scioglimento prodigioso del sangue nelle ampolle della Cappella del Tesoro di San Gennaro, le macchie sulla pietra riprendono colore.