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Il monumento più famoso di Cuma antica, dall’Eneide di Virgilio a oggi, è l’antro della Sibilla Cumana. Un luogo oscuro e inquietante con “cento porte” (le aperture laterali che forniscono aria e luce alla galleria) e un vento portentoso che fa vorticare e mischia le foglie su cui la Sibilla scrive i responsi del dio Apollo (Eneide VI, 56-64, 105-110) e già nel tardo antico si ritiene certo che questo sia il luogo sacro del racconto di Virgilio, dove i vaticini della sacerdotessa di Apollo rivelano a Enea il suo destino di sangue e di gloria. In realtà gli studi archeologici indicano che il tunnel misterioso scavato nel tufo sia una galleria antica (di fine IV-inizi III secolo a.C.; lunga 131,50 metri, larga 2,40 e alta quasi 5 metri) utilizzata a protezione dell’acropoli di Cuma. In età romana assume la forma che conosciamo e prosegue la sua funzione militare, attrezzata con cisterne nei tre bracci minori che si aprono sul lato di sinistra, per divenire poi in epoca cristiana area cimiteriale. Il tunnel, illuminato da sei gallerie laterali dal lato verso il mare, dà accesso a un vestibolo e a una stanza rettangolare con soffitto a volta e tre nicchie nelle pareti: è l’ambiente descritto nei versi di Virgilio, dimora dell’oracolo. E il lungo corridoio che segue il fianco del monte fino alla sala scavata nel tufo appare davvero l’antro di rituali ultraterreni praticati nella penombra attraversata da lame di luce. La suggestione è straordinaria e forse la Sibilla è ancora qui.
place
Antro della Sibilla (Dromos), Nuova Colmata, Pozzuoli, Napoli, Campania, Italia - Pozzuoli
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